I sapori della cucina togolese: ecco quali sono i piatti tipici da assaggiare

Nov 3, 2020 | Africa, fotografie, Togo, Viaggi

Premesso che mi trovavo per la prima volta ad assaggiare cibo africano, devo ammettere che la cucina togolese, considerata una tra le più sfiziose ed elaborate dell’Africa Occidentale, è ricca di piatti tipici dai sapori intensi (e decisamente speziati), capaci di stuzzicare anche l’appetito del più schizzinoso dei visitatori. Chi l’avrebbe mai detto, infatti, che sarebbe stata in grado di conquistare il mio palato fino a pieni voti? Io neanche per sogno!

Senza nulla togliere alla genuinità degli ingredienti utilizzati, ritengo che il merito di un simile tripudio culinario sia da attribuire alle donne del luogo, le quali, dovendo trascorrere ore e ore ai fornelli nel tentativo di riuscire a sfamare famiglie sempre più numerose, finiscono per acquisire velocemente competenze e abilità.

I SAPORI DELLA CUCINA TOGOLESE: I PIATTI DI AKOUVI

Ogniqualvolta mi capita di rievocare i sapori della cucina togolese, non posso far altro che ripensare ad Akouvi e ai suoi deliziosi manicaretti. Colazione a parte, che solitamente includeva un Nescafé, alcune fette di pane e burro o baguettes farcite con avocado, uova e cipolle, ogni giorno, infatti, era solita preparare succulente porzioni di riso con la salsa di arachidi che a seconda del momento o dell’ispirazione, alternava alla pate, un amidaceo composto da cereali simile ad un impasto per il pane – la base della cucina togolese – o al fufu, un impasto di colore bianco a base di manioca o igname, dei tuberi simili alla patata.

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Akouvi alle prese con la preparazione dei pasti

Cavallo di battaglia di molti Paesi dell’Africa occidentale, il fufu viene preparato seguendo un procedimento faticoso che richiede la partecipazione di due o più persone: i tuberi, infatti, devono essere prima tritati e ridotti in frantumi con un pestello simile ad una mazza da baseball all’interno di un mortaio, poi inumiditi e infine amalgamatti tra loro e reimpastati. A tavola viene solitamente servito con una salsa piccante a base di manzo o gombo (una verdura color ocra) e consumato rigorosamente con le mani, tocciando dei pezzetti di impasto nella salsa, prima di portarlo alla bocca e inghiottirlo. Se cimentarsi nella sua preparazione è divertente, piluccarsi le dita sporche di unto a fine pasto è idilliaco. Provare per credere!

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La preparazione del fufu – PhotoCredits @Chuck Bigger

i sapori delLA CUCINA TOGOLESE: ECCO le SPECIALITà DA NON PERDERE

Le specialità appena menzionate, benchè siano tra quelle più popolari e apprezzate della cucina togolese, non sono però le uniche a vantare una buona reputazione in patria o ad essere meritevoli di un assaggio. Talvolta, come nel caso dell’agouti, un roditore originario dell’America Centrale, la cui carne ha un sapore davvero niente male, anche a discapito dell’aspetto estetico non proprio invitante.

Ricordo, a tal proposito, che le rare volte in cui mi trovavo seduto al tavolo di un ristorante oppure in piedi, in fila, davanti ad una delle numerose bancarelle sparse in ogni dove nel Paese, era mia consuetudine ordinare una omelette, una brochette de viande (spiedino di carne) o pietanze che esulavano dalle tipicità preparatemi da Akouvi. Il tutto, ovviamente, era accompagnato da una bottiglia di Flag, l’ottima birra locale.

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Mangiando fufu in compagnia

Se riavvolgo velocemente il nastro, però, sono consapevole che tutto ciò è niente in confronto alla diversità di portate assaggiate durante i miei tre mesi di permanenza. Ce ne sono altre, infatti, di cui purtroppo non conservo nemmeno più una fotografia, a cui sono particolarmente legato. Tra queste si annoverano:

  • l’Akoumè (o Makoume): è un impasto a base di farina di mais fermentato, simile al porridge, dal colore biancastro che si mangia insieme a salse di carne, verdura o pesce.
  • il Djenkoumé: è un piatto unico, sostanzioso, a base di farina di mais. Viene cotto con pomodoro, cipolla, aglio, sale e zenzero. Lo si consuma a pranzo con pollo e verdure. E’ un’esplosione di sapori!
  • i Gaou (o Beignets): sono delle frittelle dolci preparate con fagioli bianchi, vendute prevalentemente nelle bancarelle lungo le strade di città e paesini.
  • l’Alloco: è un piatto originario della Costa d’Avorio (molto popolare in Togo) a base di piantaggine (o platano), un frutto simile alla banana che viene fritto in olio di palma o di arachidi. Come il Djenkoumé, anche l’alloco è un piatto sostanzioso da assaporare con una buona dose di pesce fritto.
  • l’Ablo: è una sorta di bignè a base di farina di mais fermentato e riso, cotto a vapore e mescolato allo zucchero. E’ un manicaretto davvero gustoso, soprattutto se accompagnato a porzioni di pesce affumicato.

Ciononostante, è lecito supporre che i sapori della cucina togolese, decisi e forti in alcuni casi, possano anche non piacere o, con il passare dei giorni, nauseare. In questo caso, contrariamente a quanto potresti immaginare, una valida alternativa è rappresentata dalla cucina asiatica, europea e libanese, i cui piatti, decisamente appetitosi, sono serviti nei principali ristoranti etnici di Lomé.

Qualora volessi invece fare una scorpacciata di merce importata dall’occidente, ti segnalo i supermercati Ramco e Champion, dove potrai acquistare derrate alimentari di marche rinomate, a prezzi, però, tutt’altro che vantaggiosi. Se anche solo per un attimo hai temuto di patire la fame, le possibilità di rimanere a bocca asciutta, come vedi, sono inesistenti.

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L’agouti

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Mi chiamo Simone Gentilini e sono un bolognese DOC nato nel novembre del 1974. Il 4 per essere precisi, la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze armate, quella che un tempo era una festa sentita ma oggi un giorno qualsiasi presente sul calendario.
Nella vita svolgo un fricandò di attività che, seppur con qualche affanno di troppo, mi consentono di vivere la mia vita in maniera dignitosa.
Sono un operatore socio sanitario, un insegnante di lingue straniere e un accompagnatore turistico.

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